A.C. 4080
Grazie Signor presidente. Onorevoli colleghi, questo che ci apprestiamo ad esaminare oggi è un provvedimento davvero importante, che ha come obiettivo il rilancio e lo sviluppo del settore cinematografico ed audiovisivo, in attuazione, come già ben delineato nella discussione al Senato, di princìpi consolidati anche a livello internazionale ed europeo a salvaguardia dei valori e delle identità culturali nella società globale e tecnologica. Le opere audiovisive e, in particolar modo, quelle cinematografiche sono considerate dall'Unione europea strategiche, in quanto rispecchiano le varietà culturali delle diverse tradizioni degli Stati membri dell'Unione. Il disegno di legge richiama quindi le norme costituzionali europee e internazionali, che definiscono il cinema e l'audiovisivo «fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale». Insisto su questo tema, perché lo ritengo di fondamentale importanza: dare piena attuazione alla Costituzione e ai trattati dell'Unione europea e dell'UNESCO, riconoscendo, promuovendo e sostenendo il cinema e l'audiovisivo, quali fondamentali mezzi di espressione artistica, formazione culturale e comunicazione sociale. Proprio per questa sua alta valenza culturale, l'esame del Senato è stato un esame che ha visto le forze parlamentari confrontarsi in modo positivo, costruttivo. Lo dimostra anche l'esito del voto finale; sono stati, infatti, davvero pochi i voti contrari. Infatti ritengo che il nostro obiettivo, unitamente a quello del Governo, sia di restituire agli investimenti pubblici sul cinema una valenza culturale e sociale, che miri alla valorizzazione del cinema di qualità e alla formazione del pubblico, intervenendo, molto, sui nostri giovani, nelle scuole, negli anni della formazione. Questa finalità deve però coniugarsi con le esigenze delle imprese del cinema e dell'audiovisivo, in un'ottica di complessivo sviluppo del settore. Si tratta quindi di contemperare, così come abbiamo fatto, a mio giudizio, in questo provvedimento, la logica economica e la sostenibilità del mercato, che tenderebbe ad omogeneizzare i contenuti, con una logica più strettamente culturale e sociale e che però va verso una maggiore originalità. Come dicevo, credo che ci siamo riusciti. Questo è un testo pieno di innovazione, ma che innova avendo ascoltato le richieste del mondo del cinema, tutto, e che tiene conto, però, della necessità di salvaguardare la più elevata qualità artistica.
Il provvedimento punta alla razionalizzazione e alla semplificazione degli interventi fino ad oggi esistenti, punta a stabilizzare gli incentivi e a dargli un quadro unitario.
Si istituisce, con l'articolo 13, il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell'audiovisivo, con una dotazione di 400 milioni di euro annui, a fronte degli attuali circa 200 milioni, allocati su diversi fondi. Il complessivo livello di finanziamento è commisurato annualmente all'11 per cento delle entrate IRES e IVA del settore. Quindi, ove crescesse il mercato, aumentano anche le risorse del fondo. Quindi, risorse certe, finalmente, e soprattutto raddoppio delle risorse. Diamo ordine a tutto il tema del tax credit, strumento che ha ben funzionato fin qui e che quindi viene ordinato e potenziato Vengono infatti istituiti sei diversi tipi di tax credit, con diverse percentuali, dal 15 al 40 per cento, per le imprese di produzione, per le imprese di distribuzione, per le imprese dell'esercizio cinematografico, per la promozione delle opere italiane ed europee, per l'attrazione degli investimenti e per il cosiddetto tax credit esterno, quello cioè per le imprese non appartenenti al settore del cinema e dell'audiovisivo.
Si prevedono, poi, nuovi parametri per l'accesso ai contributi automatici, per le opere già realizzate, condizionati a reinvestimenti nel settore, parametri come la partecipazione ai Festival, ai premi ricevuti. Faccio notare che, a legislazione vigente, si considera oggi solo il parametro dell'incasso al botteghino; questo lo sottolineo per rispondere alle obiezioni di alcuni colleghi durante la discussione in Commissione, che hanno espresso critica a questa tipologia di contributi. Anche noi pensiamo, infatti, che non bastava il solo parametro del botteghino, come unico requisito per i contributi automatici – non che questo sia di per sé negativo –, ma non poteva essere il solo e quindi lo abbiamo ampliato con altri criteri di valutazione. Si è lavorato molto, inoltre, sui contributi selettivi, definiti tra il 15 e il 18 per cento dell'ammontare complessivo del fondo. La ratio del provvedimento se, da una parte, supera quella discrezionalità, che si è avuta finora, nell'assegnazione delle risorse da parte di commissioni di esperti con i meccanismi già citati del tax credit e dei contributi automatici, dall'altra, però, vuole fortemente sostenere quelle opere fatte dai giovani, le opere prime e seconde, i film d'essai o di ricerca e sperimentazione. Si è lavorato e discusso molto sui contributi selettivi, per definire, quindi, una soglia che in termini assoluti possa soddisfare le esigenze delle opere di qualità. Questa percentuale riteniamo lo possa fare ricordando che il fondo è commisurato appunto, come dicevo, all'11 per cento delle entrate IRES e IVA, quindi, se queste aumenteranno, aumenterà anche la percentuale destinata ai film di qualità. C’è un altro punto molto importante, richiesto dai giovani produttori e dai giovani che vogliono lavorare nel mondo dell'audiovisivo, e si tratta del Fondo di garanzia come previsto dall'articolo 30, una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con una dotazione di 5 milioni di euro all'anno per coloro che hanno realmente bisogno di un supporto per poter partire con la propria attività. Inoltre, per le imprese che non riescono ad utilizzare il credito d'imposta si prevede la possibilità di poter cedere le somme, oltre che ad intermediari bancari ed assicurativi, anche all'Istituto per il credito sportivo, che, sulla base di un'apposita convenzione con il MIBAC, si impegna a destinare le somme corrispondenti all'importo dei crediti ceduti al finanziamento di progetti e iniziative nel settore della cultura. Si prevede sempre nel DDL un piano straordinario di 120 milioni a fondo perduto per cinque anni per le sale cinematografiche, per la loro ristrutturazione, l'ampliamento, l'adeguamento strutturale e tecnologico. Vogliamo infatti che le sale non chiudano, anzi, vengano riaperte; lo stiamo facendo con questo provvedimento e con tutte le altre azioni promosse dal Governo, come il mercoledì a 2 euro, che sta riscuotendo un successo notevole, proprio in quelle zone dove i cinema normalmente fanno più fatica. Si prevede, inoltre, un piano straordinario per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico ed audiovisivo, che prevede 10 milioni in tre anni. Vogliamo infatti conservare il nostro patrimonio e lo vogliamo conservare nel miglior modo possibile. Il disegno di legge destina poi non meno di 12 milioni, cioè il 3 per cento, come previsto dall'articolo 37, per l'educazione all'immagine, la formazione degli insegnanti, per formare il pubblico di cui parlavo all'inizio dell'intervento. Vogliamo far crescere il pubblico di domani. Si è già detto, e lo ribadisco. Vogliamo far crescere la passione per i mestieri del cinema, vogliamo che nella scuola, attraverso i corsi di formazione agli insegnanti, si innalzi il livello della formazione all'immagine, e lo facciamo destinando risorse certe, per la prima volta.
Vi è il riconoscimento poi delle Film Commission, strumento diventato molto importante per lo sviluppo delle produzioni in Italia. Dai dati di qualche giorno fa dell'associazione delle Film Commission, dal 2015 al 2016 assistiamo a un più 20 per cento di produzione in Italia, grazie anche al lavoro svolto proprio da questi organismi, ma che non sono presenti in tutti i nostri territori e con questo disegno di legge le riconosciamo, le sosteniamo e ne diamo una definizione precisa nell'articolo 2. Altri interventi molto importanti, come la delega al Governo all'articolo 33, che riguarda la tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche o audiovisive: si intende superare il sistema attuale, che poco ormai corrisponde ai nostri giorni, che prevede un controllo preventivo in un'era in cui, però, i mezzi di comunicazione si sono decuplicati. Introduciamo, invece, un meccanismo basato sulla responsabilità degli operatori del settore.
Inoltre, la delega prevista nell'articolo 35: altro tema che intendo sottolineare, che riguarda i rapporti di lavoro, al fine di dettare una disciplina unitaria e sistematica, che tenga conto – anche questa – della velocità con cui le innovazioni tecnologiche si muovono per questo settore, ma sempre nel rispetto della tutela dei lavoratori. Una certa discussione, anche in Commissione da noi, la ha suscitata l'istituzione del Consiglio superiore del cinema e dell'audiovisivo. Questo organismo è scaturito dalla discussione al Senato. Trovo corretta l'impostazione che è venuta fuori dal dibattito parlamentare: un organismo che supera la sezione cinema e la consulta per lo spettacolo dal vivo, ma che istituisce il nuovo organismo per assicurare un dialogo stabile con gli operatori del settore. E in ultimo, per apparizione ma non per importanza, vi è l'istituzione del registro cinematografico, a garanzia della trasparenza dei finanziamenti. Raccoglierà tutte le informazioni relative all'assegnazione di contributi pubblici. È un elemento, guardate, di fortissima trasparenza: chiunque potrà sapere quel tale film da chi è stato finanziato, cosa che oggi, invece, è difficile definire. Insomma, come si può capire è un provvedimento importante, ampio, complessivo, molto equilibrato, sia negli aspetti finanziari che nei principi. Credo che questo provvedimento risponda alle aspettative del comparto cinematografico, che lo aspetta al più presto, che non può aspettare che la politica perda troppo tempo, perché il mondo dell'audiovisivo va veloce, ha bisogno di certezza di risorse, di regole chiare e di tempi certi. Sono sicura che sapremo ascoltare le loro richieste e di portare ad approvazione nel minor tempo possibile questo provvedimento.